La conta delle generazioni di vignaioli della famiglia Ziantoni si perde nel tempo. Originari dei floridi colli romani di Marino, abbiamo sempre fatto vino nella nostra vita. Infatti la produzione di questo nettare, per noi non rappresenta un lavoro, ma la nostra esistenza e quotidianità, abbiamo solo cambiato scenario. Nel 1972, Ovidio Ziantoni si è spostato dal Lazio alla ben vocata Toscana, dove ha arricchito la sua tradizione di coltivatore e trasformatore di uve bianche, con la produzione dei fantastici uvaggi rossi, che tanto contraddistinguono il nostro territorio. Da qui è iniziata la nostra avventura come San Luciano, una splendida proprietà situata sulle dolci colline di Monte San Savino, nella fertile Val di Chiana. Le generazioni stanno continuando a susseguirsi, mantenendo ancora la stessa passione e filosofia.
C’era una volta il terreno fertile dei colli intorno a Marino, ridente cittadina laziale, rinomata per la produzione vinicola, tanto da essere famosa per far uscire vino dalle sue fontane, in concomitanza della festa paesana. Da qui ha inizio la storia della famiglia Ziantoni, che, a causa dell’espansione urbana verso la campagna, nel 1972 decide di spostarsi in Toscana, acquistando la proprietà di San Luciano, nel territorio di Monte San Savino (Ar), alta Val di Chiana. Il terreno, particolarmente vocato per la vite, convince subito Ovidio e la piccola pieve di campagna, vicina alla casa, conquista Gina, facendola subito sentire a casa. Fiduciosi per questo nuovo inizio, adotteranno la chiesa come simbolo distintivo aziendale.
Rimanendo legato alla tradizione laziale, Ovidio impianta anche in Toscana i vitigni bianchi della sua infanzia: Trebbiano, Malvasia, Grechetto e Vermentino. Per quanto riguarda le uve rosse, la scelta non può che cadere su Sangiovese, Ciliegiolo e Montepulciano d’Abruzzo. Il tempo passa, vendemmia dopo vendemmia e i figli Marco e Stefano, ormai cresciuti, decidono di aumentare la superficie vitata, acquistando un nuovo appezzamento e impiantando anche vitigni di afflato internazionale, come Chardonnay per i bianchi e Merlot e Cabernet Sauvignon per i rossi. Proprio da questa ventata di gioventù nascono le prime selezioni di vini, che fino ad oggi ci hanno dato tante soddisfazioni: la tradizione come fondamenta, con l’introduzione delle barriques di rovere francese per l’invecchiamento, che si apre all’innovazione di macchinari più preformanti come le botti a temperatura controllata per la fermentazione e la vinificazione.